EMOZIONI IN CORSO VOL.II

emozioni in corso

Emozioni: strumento di lavoro nel Counselling

Il cielo diventa improvvisamente buio. E’ strano,  in questi giorni il caldo ha tormentato le vite di ognuno di noi. Il sole e la luce erano presenti molto spesso. Ed ecco che improvvisamente il mondo si  trasforma intorno a noi. Grandi gocce di pioggia cominciano a cadere, seguite da pezzi di ghiaccio e tuoni in lontananza. E’ un temporale. Io sono in auto, al sicuro. Direzione casa. Con la pioggia che continua a cadere, attraverso la città. 

I temporali mi piacciono, tantissimo. E con la calura di questi giorni proprio ci voleva.

Mi guardo intorno divertita. Ferma al semaforo osservo come la gente corra per la strada coi temporali. E rimango incredibilmente stupita. Le persone nel percorrere l’attraversamento pedonale, con l’obiettivo di arrivare dall’altra parte della strada, coprendosi la testa con le mani, ridono. Hanno i vestiti bagnati, i piedi sicuramente inzuppati, stanno vivendo una situazione di disagio eppure ridono. Possibile? 

E’ il mio pensiero, il mio stato emotivo che inganna i miei occhi o davvero la gente è divertita come me da questa situazione? 

 

L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi.

Khalil Gibran

La verità non la sapremo mai! Non mi sono fermata a parlare con quello persone. Non ho chiesto loro perché stessero ridendo. Khalil Gibran, famoso poeta, ci aiuta a capire con le sue frasi questo concetto. Le nostre emozioni, il nostro stare ci porta ad osservare con occhi diversi ciò che ci circonda.

A questo punto potreste avere un pensiero. Il nostro spirito fortemente emotivo è legato al fatto che siamo Counsellor. La nostra tesi parte da un punto di vista preciso, da una forma mentis particolare. Noi siamo predisposte all’osservazione delle emozioni. Se noi fossimo geometri, ingegneri, fisici il nostro occhio non sarebbe influenzato. Questa potrebbe essere una critica che potreste muoverci. 

Ecco su questo possiamo portarvi delle prove che confutano questa tesi. L’essere umano, indipendentemente da quale sia la sua professione, influenza ciò che vede. Questo è stato rilevato addirittura nella meccanica quantistica. E’ uno dei suoi capisaldi più sottili e controintuitivi. Accidenti dove stiamo arrivando! 

Perfino  Albert Einstein era messo a disagio da questo pensiero, ma lo riconosceva come tale. Il processo di misura – e con esso l’osservatore che la compie – non è in alcun modo scindibile dall’oggetto misurato. Di più: il processo di misura è addirittura distruttivo, nel senso che perturba irrimediabilmente e irreparabilmente l’osservabile. Troppo complicato? Forse le parole utilizzate lo sono ma il concetto è semplice. L’occhio di chi guarda condiziona il risultato di ciò che si osserva. E per dirla nella lingua del Counsellor, le nostre emozioni e credenze influenzano la lettura di ciò che vediamo e viviamo.

Ed eccoci di nuovo a parlare di emozioni, come nel blog di marzo. 

Penserete “ A voi di Tandem Counselling piace molto questo argomento!”. Certo, sono il nostro pane quotidiano. Le emozioni sono ciò che ci permette di entrare nella vita delle persone. Le emozioni sono ciò che favorisce la possibilità di cambiare prospettiva. Sono un argomento trasversale per noi Counsellor. 

E così abbiamo scelto agosto. Vedrete sulla nostra pagina Facebook. Vogliamo affrontarlo nuovamente insieme con leggerezza. Con quella capacità di vedere in profondità le cose senza darne un peso inutile. Le emozioni sono una ricchezza dell’essere umano. Conoscendole con consapevolezza si può imparare ad adoperarle a  proprio favore.

 

I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni”

Pablo Picasso

Avete mai provato a contare quante emozioni esistono? Sono tantissime, a volte ambivalenti. Sicuramente utili e indispensabili per la sopravvivenza e l’adattamento sociale. Ma su questo non vogliamo ripeterci. Vi abbiamo già invitato a leggere il blog di marzo.

Siamo partiti mettendo in evidenza come le emozioni possono condizionare il nostro osservare. Poi a chiederci se conosciamo il numero di tutte le emozioni che proviamo. 

Come mai? Questa è una domanda che ci poniamo spesso nel nostro quotidiano. E allora cominciamo a darle una risposta. 

Uno degli strumenti che il Counsellor utilizza nel suo lavoro è l’alfabetizzazione emotiva. Alfabetizzazione emotiva? Ebbene sì. Nel percorso di Counselling, dopo la narrazione del fatto scatenante che porta il disagio nella vita del cliente, ci si interroga insieme sul cosa la persona provi in quel momento. Il Counsellor non cerca di capire le ragioni che hanno portato l’individuo in quella situazione disagevole, ma al come ci si è sentiti durante. 

Pensate alla vostra vita quotidiana. Ad un evento che vi mette a disagio. 

Un collega che non ascolta, ad esempio. Questo genera una mole di lavoro maggiore per voi. Procura una forte stanchezza. Può succedere? Vi ritrovate? 

Siamo molto bravi a raccontare ciò che per noi avviene. Ora però proviamo a chiederci come in quella situazione stiamo e come di conseguenza ci comportiamo. Potremmo sentirci arrabbiati, frustrati e attivare un comportamento in cui la comunicazione è influenzata negativamente. E allora cosa possiamo fare per vivere meglio?

La stiamo facendo troppo facile! E’ giusto un esempio.

Parlare di ciò che proviamo non è facile. Per questo si usa il termine “percorso” quando si desidera lavorare con un Counsellor. Coltivare insieme la conoscenza delle emozioni permette di imparare così a riconoscerle. A prendere coscienza di quali siano le reazioni che si attivano conseguentemente a tali stati. Al come ci si comporta e cosa si dice nelle relazioni nel quotidiano.  

Il “perché”, la verità assoluta, non è di interesse nel percorso di Counselling. Persino la meccanica quantistica ci dice che è un obiettivo irreale da raggiungere.

E il Counsellor non è abbastanza presuntuoso da volerselo porre.

 

L'unico uomo che possa considerarsi educato è colui che ha imparato a imparare; che ha imparato ad adattarsi e a mutare; che sa che nessuna conoscenza è certa, e che solo il processo di ricerca della conoscenza costituisce una base di certezza.

Carl Rogers

 

Il Counsellor ha piuttosto la “presunzione” di lavorare con le emozioni, sapendo che esse sono istintuali. Dando così la possibilità ad ogni essere umano di imparare da sé. Come ci propone Rogers si può apprendere e così attivare un atteggiamento di mutamento. Un cambiamento interiore o esteriore, un adattamento al continuo ciclo che la vita ci propone. E di questo ne parlermo ancora!

Se volete lasciare un commento, saremo felici di “ascoltarvi”.

A presto!

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